giovedì 24 marzo 2022

LA CASA POPOLARE IN ITALIA: STORIA, ANALISI E PROSPETTIVE DI LOTTA

L’Edilizia Residenziale Pubblica è uno strumento di intervento pubblico fondamentale per garantire l’accesso all’abitazione a chi una casa non ce l’ha. In Italia questo tipo di intervento è stato sempre piuttosto trascurato. Gli alloggi ERP rappresentano oggi solo il 4% dello stock abitativo complessivo del paese, troppo pochi rispetto al fabbisogno e rispetto alla consistenza del patrimonio degli alloggi pubblici di altri paesi di dimensioni simili come Francia (16,8% del totale degli alloggi) e Regno Unito (17,60% del totale degli alloggi).

Questo strumento inoltre negli ultimi decenni è stato quasi completamente abbandonato a favore del mercato privato e di nuovi strumenti come l’housing sociale che però si rivela essere prioritariamente un mezzo per sostenere la finanziarizzazione dell’intervento pubblico nel settore casa e un sostegno al settore produttivo delle costruzioni. Abbiamo cercato di indagare sui perché dell’inefficienza delle Aziende Casa sorte sulle ceneri degli IACP, inefficienza che si manifesta in mancate ristrutturazioni, lentezza nelle assegnazioni, tanti, troppi alloggi lasciati vuoti in attesa di assegnazione.

giovedì 3 febbraio 2022

Manuale autodifesa degli sfratti

Condividiamo con piacere il Manuale di Autodifesa degli sfratti a cura della rete Rent Strike - Sciopero degli affitti. Può essere utile anche per chi non ci conosce per capire le modalità di autodifesa nel momento in cui viene negato con la forza un diritto naturale e irrinunciabile come quello all'abitare. L'ultima parte dell'opuscolo riguarda il ricorso all'Onu contro gli sfratti che non prevedano il passaggio da casa a casa, uno strumento ulteriore che a Parma non abbiamo ancora utilizzato ma che si è dimostrato efficace nelle situazioni in cui vi si è ricorsi.


Buona lettura

lunedì 14 giugno 2021

Casa delle donne per il diritto all'abitare.

 

Pubblicato da Katia Torri 1 m 
Un grazie di cuore alla Casa delle donne per questa forte presa di posizione a favore della lotta per il diritto alla casa.
Oggetto: sostegno alla rete Diritti in casa
Gentili,
Vi scrivo a nome della Casa delle donne di Parma, associazione attiva sul territorio dal 2019
che ad oggi conta al suo attivo 570 socie. Fin dalla nostra nascita ci siamo occupate di
salvaguardare i diritti delle fasce più deboli a partire da quelli delle donne, ma non solo.
Secondo i valori e le nostre linee fondanti, espressi anche nel nostro Statuto, cerchiamo di
fare da cassa di risonanza alle lotte di chi non ha voce, di chi anche nella nostra città
sembra invisibile, alla fatica di chi ha poco o nulla e cerca di vivere dignitosamente.
Nell’ultimo mese è stato di nuovo risollevato il problema di mettere a disposizione uno
spazio fisico per accogliere persone in fuga dalla loro terra, che sono arrivate nella nostra
città nella speranza di potersi costruire un futuro migliore e si sono ritrovate a vivere e
dormire sotto ponti oppure in tende messe a disposizione dall’Associazione “Rete diritti in
casa” o da privati cittadini, i quali hanno supplito alle carenze delle politiche di welfare
donando tende, coperte, cibo.
Di fronte a queste situazioni, come anche ad altre che ripropongono il problema abitativo per
i migranti (ma non solo), sottolineiamo che in Italia da qualche decennio si spende troppo
poco e male per l’emergenza abitativa: non si costruiscono più alloggi sociali o con canoni di
locazione accessibili/sostenibili, e non si agisce sull’enorme patrimonio di abitazioni vuote e
invendute. Il diritto all’abitare non può essere ridotto all’avere “un tetto sulla testa” perché
rappresenta, come molte ricerche mettono in luce, uno dei fattori centrali della sostenibilità
economica e sociale delle persone e delle famiglie e rappresenta la difesa del bene comune
e dell’idea del corretto uso del patrimonio abitativo non utilizzato.
Per questi motivi facciamo nostre le richieste di “Rete diritti in casa”, che da anni si batte
affinché chiunque, anche nella nostra città, abbia diritto ad una sistemazione dignitosa e non
precaria. Crediamo fortemente che per le Istituzioni cittadine sia giunto il momento di affrontare in
modo sistematico questo grave problema, che temiamo si aggraverà nei prossimi mesi.
Per le socie della Casa delle donne la cura e l’attenzione alle relazioni con gli altri e le altre
devono essere un elemento portante della società in cui viviamo, e per questo riteniamo che
occuparcene sia ben più che necessario, un dovere morale.
Per la Casa delle donne di Parma
la presidente
Elisabetta Salvini
Casa delle Donne di Parma
Associazione di Promozione Sociale - C.F. 92198640341
info@casadelledonneparma.it | www.casadelledonneparma.it
Crediamo fortemente che per le Istituzioni cittadine sia giunto il momento di affrontare in
modo sistematico questo grave problema, che temiamo si aggraverà nei prossimi mesi.
Casa delle Donne Parma
CASADELLEDONNEPARMA.IT
Casa delle Donne Parma
Si terrà a Parma dal 17 al 19 settembre, ci saranno ospiti di rilevanza nazionale e internazionale, concerti, spettacoli, riflessioni, film, cibo, mostre. Avrà l’appoggio del Comune di Parma.

mercoledì 26 maggio 2021

sabato 29 ancora in piazza!

 Dopo l'ottima notizia della riapertura del dormitorio del Cornocchio la lotta non si ferma,per questo per festeggiare coi rifugiati somali la parziale vittoria ottenuta con le tende davanti al duc e,allo stesso tempo,ricordare che ci sono in arrivo sfratti,sgomberi e chiusura di altri dormitori ci ritroveremo con le nostre tende sabato 29 in piazzale della pace dalle 17 alle 20 con conferenza stampa alle 18.


rete diritti in casa-tende in movimento

domenica 23 maggio 2021

Sotto i Ponti Non Si Torna

 

SOTTO I PONTI NON SI TORNA

I rifugiati somali accampati con le tende da 17 giorni davanti al DUC di Viale Mentana, con la loro serena determinazione, hanno ottenuto un primo parziale risultato. La riapertura del dormitorio del Cornocchio e i colloqui con le assistenti sociali per definire una prospettiva futura sono passaggi che vanno nella giusta direzione. Ribadiamo che una soluzione abitativa adeguata è la base per qualsiasi progetto di vita. Il dormitorio, pur costituendo in questo momento un passaggio obbligato, con i suoi rigidi orari (si entra alle 20 e si esce alle 8) impedisce di poter accedere a tanti impieghi lavorativi, primo su tutti il lavoro su turni. Per i 12 ragazzi che hanno portato avanti la protesta del Duc, ben abituati a una convivenza solidale, sarebbero sufficienti due appartamenti di dimensioni medio-grandi, dai quali ripartire per trovare una piena autonomia.

La mobilitazione di Tende in Movimento a sostegno dei ragazzi somali ha raccolto intorno a sé la solidarietà della parte migliore di questa città. Ci sarà un gran bisogno di un appoggio diffuso alla mobilitazione per il diritto all’abitare anche nei tempi a venire. In questo ultimo mese abbiamo avuto incontri con il Comune di Parma nella persona dell’Assessore al Sociale Laura Rossi, con la curia nella persona del Vescovo Enrico Solmi e con la prefettura nella persona del Capo di Gabinetto Dott.ssa Canfora. Abbiamo riscontrato che sul tema dell’abitare non ci sono interventi né immediati né di prospettiva. Stesse mancanze le rileviamo nel Recovery Plan in fase di approntamento da parte del Governo. Eppure è evidente che il tema degli alloggi per le fasce a basso reddito costrette a ricorrere all’affitto costituisce una consolidata e crescente emergenza sociale. Lo dicono i numeri delle richieste di alloggio a canone sociale che non trovano risposta, le morosità accumulate nei mesi di emergenza sanitaria, l’orientamento del mercato delle locazioni verso il turismo invece che verso gli abitanti, le discriminazioni sociali e razziali nella locazione degli alloggi, la ripresa degli sfratti a partire dal 30 giugno 2021.

Per questo Tende in Movimento non si ferma.

Saremo di nuovo in Piazza Garibaldi sabato 29 maggio per richiedere un tavolo di confronto cittadino sul diritto all’abitare e per raccogliere le istanze di chi non ha un alloggio e di chi rischia di perderlo.


venerdì 7 maggio 2021

tende davanti al duc

 https://fb.watch/5l4Z4N65m7/


I rifugiati sono ancora in tenda davanti al duc.auspichiamo che le istituzioni ,compreso il prefetto che fino ad ora se ne é lavato le mani,si siedano ad un tavolo e trovino una soluzione. Nel frattempo invitiamo la cittadinanza a portare cibo ,acqua e coperte

esito incontro col Vescovo

 Lunedì pomeriggio abbiamo avuto un incontro con il Vescovo di Parma per discutere dell’emergenza abitativa. Abbiamo fatto presente la gravità della situazione in città, che vede numerose persone costrette a dormire sotto i ponti, in macchina o in situazioni di sovraffollamento e l’insufficienza dei posti disponibili nei dormitori, a fronte di una situazione di pandemia che se da un lato impone di aumentare il distanziamento, dall’altro lato richiederebbe a maggior ragione un tetto per tutti.

Tutto questo aggravato dalla possibilità che sia revocato il blocco degli sfratti a giugno, che colpirebbe anche una famiglia presente all’incontro che attualmente abita in un immobile di proprietà di una parrocchia, e dalla minaccia di sgombero di alcuni edifici occupati tra cui quello di B.go San Domenico, di proprietà dell’ordine delle Orsoline, in cui abitano più di 80 persone, tra cui diversi minori, malati e persone anziane, e per il quale in passato c’era stato un progetto di regolarizzazione con il Comune, in cui la diocesi si era detta disponibile, e che al momento si è arenato.
Abbiamo discusso inoltre delle difficoltà sistemiche in campo abitativo: l’enorme difficoltà a trovare case in affitto a prezzi accessibili, soprattutto se sei straniero, la mancanza di alloggi ERP e la mancanza di investimenti e politiche pubbliche che affrontino in modo serio e non emergenziale la questione abitativa.
La diocesi si è dimostrata consapevole di questi grandi difficoltà e ci ha descritto le numerose attività messe in campo per contrastare l’emergenza abitativa e si è detta disponibile a partecipare ad un tavolo di discussione cittadino sul tema, così come ha già fatto in passato.
La questione abitativa è una questione politica e pubblica e non può essere affrontata con misure emergenziali. Ribadiamo la necessità che tutte le parti coinvolte si mettano attorno a un tavolo per trovare soluzioni durature. Non possiamo più tollerare una situazione in cui ci sono tante case vuote e troppe persone senza casa.

mercoledì 14 aprile 2021

COSTRINGERE LE PERSONE A DORMIRE SOTTO I PONTI E’ INACCETTABILE




Nelle ultime settimane è aumentato notevolmente il numero di persone accampate la notte sotto i ponti, il Ponte Verdi e il Ponte Nord in particolare, con il pericolo costante del freddo intenso, del fiume che si gonfia e delle aggressioni. Non tutti hanno trovato posto sotto i ponti. Alcune persone dormono in stazione, tante altre nelle auto o in case abbandonate e fatiscenti. E’ drammatico che in questa situazione di pandemia, in cui si chiede a tutti di restare in casa ci siano persone costrette a girovagare tutto il giorno perché non hanno un posto sicuro e caldo in cui poter stare.

I dormitori attualmente controllati dal Comune di Parma sono il dormitorio di Strada Santa Margherita, quello legato all’emergenza freddo del Cornocchio e quello di Via Toscana. Ci sono poi alcune strutture della Chiesa. Sono tutti strapieni e non riescono a ospitare tutti coloro che ne hanno bisogno, in buona parte uomini, stranieri ma con un numero sempre più alto di italiani, e anche alcune donne. I dormitori non sono hotel a 5 stelle. Ci si può entrare solo dopo le 20.00 e dopo aver dormito nelle camerate si deve uscire entro le 8.00 del mattino. Eppure neanche questo servizio di base a Parma riesce ad essere garantito a tutti coloro che sono in stato di necessità.

Negli sportelli per il diritto all’abitare che sono attivi in città incontriamo spesso queste persone: nella diversità delle storie di vita di ognuno la costante che ritroviamo sempre è l’enorme difficoltà a trovare un alloggio privato in affitto, sopratutto se sei straniero, anche in presenza di un reddito stabile. Il mercato dell’affitto a Parma è inaccessibile. Si preferisce tenere gli alloggi vuoti in attesa di poterli affittare a turisti, o al limite a studenti o a nuclei particolarmente facoltosi. Mancano alloggi pubblici a canone sociale per chi è stato colpito dalla crisi e per i più poveri. Nel solo Comune di Parma quest’anno si sono registrate 1850 domande di accesso alle case popolari, la grande maggioranza delle quali resteranno senza riscontro.

Tutte queste cose le stiamo ripetendo pubblicamente da anni, in incontri con il Comune di Parma, in Prefettura, con documentazioni video e ricerche. Tutti rimangono indifferenti al problema. Anzi la tendenza è quella di peggiorare la situazione, chiudendo le strutture esistenti come il centro di accoglienza di Borgo del Naviglio, la ex Caserma di Langhirano, e a breve, finita l’emergenza freddo, i dormitori di Via Toscana e del Cornocchio, e minacciando di sgombero le case occupate. A questa situazione, già di per sé drammatica, occorre ricordare la prossima fine della moratoria sugli sfratti, che diventeranno eseguibili in tutta Italia dopo il 30 giugno.

Per evitare un’emergenza umanitaria occorre agire con urgenza, togliere dalle mani del mercato la gestione della questione abitativa e provvedere da subito a mettere a disposizione strutture, alloggi e soluzioni a chi è costretto a vivere ai limiti della sopravvivenza.

Il panorama alternativo, per nulla tranquillizzante, prevede blindati e manganelli per eseguire sfratti, sgomberi e pignoramenti, e emarginare sempre di più i vecchi e i nuovi poveri.

Per questo abbiamo deciso di organizzare due presidi:

SABATO 17 APRILE alle ore 15.00 in Piazza Garibaldi e

LUNEDI’ 19 APRILE alle ore 11.00 davanti al DUC

RETE DIRITTI IN CASA PARMA


Sportello per il diritto all’abitare contro sfratti, sgomberi, pignoramenti e distacchi tutti i martedì dalle ore 18 in via Mantova 24 Parma.

domenica 14 marzo 2021

link video presidio rete diritti in casa a langhirano

https://fb.watch/4dRrfDGfyA/ 

NO ALLA CHIUSURA DELLA EX CASERMA DI LANGHIRANO volantino distribuito al Presidio di sabato 13 marzo ore 16 Via Micheli 5 Langhirano

 

NO ALLA CHIUSURA DELLA EX CASERMA DI LANGHIRANO

volantino distribuito al Presidio di sabato 13 marzo ore 16 Via Micheli 5 Langhirano


L’edificio di Via Micheli 5 a Langhirano è stato recuperato a fini abitativi negli anni 90 e per decenni ha rappresentato una valida soluzione per lavoratori singoli e famiglie con difficoltà nel reperire alloggi e a basso reddito.

E’ costituito da 8 alloggi, delle quali 2 sono camerate per lavoratori singoli e il resto appartamenti per famiglie. Per la permanenza è previsto il pagamento di un canone un po’ più basso del mercato ma più alto di quello degli alloggi Erp.

Da quest’anno il Comune di Langhirano ha deciso di chiudere la struttura e riconsegnarla alla Provincia che è la proprietaria. Considerato che in paese l’emergenza abitativa c’è, basti pensare al fatto che sono ben 60 le famiglie che hanno fatto richiesta di accedere alle case popolari con il bando 2020, viene da pensare che a fronte della chiusura di 8 alloggi a canone sociale si sia pensato di attivare un’altra struttura per lo meno altrettanto capiente. Invece no. Buona parte degli abitanti della ex caserma sono stati trasferiti nei pochissimi alloggi ERP ancora disponibili, che potevano invece essere destinati ad altre persone.

Si tratta in tutti i casi di alloggi sottodimensionati rispetto alle esigenze delle famiglie e per di più con assegnazioni temporanee (18/24 mesi). Queste assegnazioni, inoltre, bloccano l’accesso alla casa popolare da parte delle tante famiglie in difficoltà (ben 60 nuclei) che sono state ammesse alla graduatoria comunale appena chiusa. Quindi l’emergenza abitativa a Langhirano, di per sé già pesante, è destinata a manifestarsi in tutta la sua gravità, anche in considerazione del fatto che a giugno finirà il blocco degli sfratti e tutti coloro che hanno accumulato morosità per l’alloggio o che erano già sotto sfratto si troveranno senza soluzione alcuna considerato che non ci sono più case a canone sociale disponibili.

PER QUESTO CHIEDIAMO CON FORZA ACOMUNE DI LANGHIRANO E PROVINCIA DI RICONSIDERARE LA QUESTIONE E MANTENERE LA DESTINAZIONE ABITATIVA CON FINALITA’ SOCIALI DELL’IMMOBILE DI VIA MICHELI

E’ passato un anno da quando le chiusure conseguenti alla pandemia hanno cominciato a compromettere l’equilibrio economico delle famiglie ma non è stato ancora attivato, né a livello locale né a livello nazionale, nessun intervento per prevenire la drammatica emergenza abitativa che la crisi economica legata al virus andrà inevitabilmente ad aggravare. L’ISTAT parla di un milione di nuovi poveri, alcuni appartenenti a categorie che prima non erano toccate dal bisogno.

C’è innegabilmente bisogno di sostegno pubblico per l’accesso alla casa, sottraendo spazio al mercato privato degli immobili. Quindi invece di chiudere le strutture esistenti bisogna trovare soluzioni per implementare il patrimonio ERP che a Langhirano è particolarmente scarso.

RETE DIRITTI IN CASA PARMA

Sportello per il diritto all’abitare contro sfratti sgomberi e distacchi tutti i martedì dalle 18 presso Casa Cantoniera Via Mantova 24 Parma