sabato 2 dicembre 2017

presidio oggi a sorbolo

LE CASE DELLA MAFIA DEVONO ESSERE ASSEGNATE SUBITO A CHI NE HA BISOGNO

se volete vedere il video del presidio:https://www.facebook.com/artlab.occupato/videos/1353535528090284/


A Parma e provincia, secondo una ricerca dell’agenzia Solo Affitti, sono ben 50.000 le case vuote e inutilizzate, un patrimonio molto più che sufficiente a dar risposta a chi la casa non ce l’ha , a cominciare dai circa 3.000 nuclei che si trovano nella lista d’attesa per l’assegnazione delle case popolari nei vari comuni della provincia. Tra questi 50.000 alloggi vuoti basterebbe requisire quelli che sono di proprietà di banche, assicurazioni o di grandi proprietari immobiliari per soddisfare il bisogno di casa di tutti gli sfrattati e i pignorati, di chi vive in sovraffollamento e di chi aspetta invano da anni una soluzione da parte dei comuni.

Purtroppo tutte le istituzioni hanno paura a fare interventi che vadano ad intaccare gli interessi speculativi di coloro che hanno al fatto della casa un business che riduce l’alloggio a pura merce, slegata completamente dai bisogni sociali concreti e ciò fa si che i più bisognosi di casa, cioè i poveri, rimangano senza soluzioni, con situazioni di estremo disagio. Così ci troviamo ancora dinnanzi a famiglie che vivono in auto, in alloggi fatiscenti, in cantine senza servizi o addirittura sotto i ponti o in baracche, oppure collocati in strutture di emergenza con la divisione dei nuclei famigliari.
Un caso eclatante di immobilismo delle istituzioni nell’affrontare la questione è rappresentato dagli appartamenti confiscati alla mafia nell’ambito dell’inchiesta Aemilia a Sorbolo,in particolare tutte le palazzine del complesso immobiliare di Via Genova, Via Torino e Via Trieste, in totale circa 50 appartamenti da completare e rendere disponibili all’uso che rimangono sigillati da quasi 3 anni cioè da quando nel gennaio 2015 vennero posti sotto sequestro dalla magistratura con l’avvio dell’inchiesta.. La magistratura ha già accertato nell’aprile 2016 che per l’edificazione del complesso l’impresa di costruzioni ha usato soldi di clan mafiosi provenienti da attività illecite. A questo punto per ragioni di equità sociale, davanti all’emergenza abitativa che colpisce tante famiglie e tante persone, logica vorrebbe che le case confiscate fossero messe a disposizione di chi ne ha bisogno, invece le case continuano a rimanere vuote e inutilizzate.
Sappiamo benissimo che negli stessi comuni dell’Unione Parma Est (Sorbolo, Mezzani, Colorno, Torrile) ci sono tantissime situazioni di grave emergenza abitativa, con nuclei sotto sfratto, altri già sfrattati. Lo sappiamo perché al nostro sportello per il diritto all’abitare si sono presentati in questi anni decine di nuclei o singoli di questi comuni, sia italiani che immigrati, che non trovano soluzione al loro bisogno di un alloggio. A fronte un patrimonio erp del tutto insufficiente, non ci sono stati interventi pubblici adeguati nell’ambito delle politiche abitative per le fasce più povere della società.
4 nuclei famigliari di questa area hanno trovato alloggio nelle case occupate dal movimento di lotta per la casa a Parma perché nei loro comuni non erano garantita alcuna risposta adeguata. Nei prossimi giorni è previsto uno sfratto per un nucleo in grossa difficoltà a Mezzani. Eppure i Comuni dell’Unione non sono parsi particolarmente attivi nel premere perché gli alloggi confiscati a Sorbolo fossero messi a disposizione per le emergenze sociali.
A ben vedere anche altre istituzioni rimangono silenti di fronte a questa situazione, pur essendo a conoscenza della gravità della situazione abitativa a Parma, a cominciare dalla Prefettura che potrebbe forzare per un utilizzo per lo meno temporaneo dei beni confiscati in attesa della confisca definitiva.
Al di là dei grandi proclami per la legalità sembra quasi che la normativa tenda a tutelare la proprietà anche nel caso in cui gli alloggi siano sequestrati o confiscati a imprese chiaramente colluse e finanziate da attività illecite, in un settore centrale per l’economia capitalistica italiana, quello immobiliare appunto, in cui è chiaro che avvengono riciclaggi a livello massificato spesso e volentieri anche in progetti al di sopra di ogni sospetto.
A maggior ragione, anche nell’inerzia dell’intervento pubblico nell’ambito delle politiche abitative, i percorsi di lotta dal basso e la riappropriazione di valore d’uso da parte di chi non ha un tetto sulla testa vedono confermata tutta la loro legittimità politica e sociale

RETE DIRITTI IN CASA PARMA
SPORTELLO PER IL DIRITTO ALL’ABITARE, CONTRO SFRATTI, PIGNORAMENTI E DISTACCHI OGNI MARTEDI’ DALLE 18.30 ALLE 21.00
PRESSO CASA CANTONIERA VIA MANTOVA 24
DIRITTINCASA.BLOGSPOT.IT

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